Sposa di guerra - 2006>2008

Il titolo “sposa di guerra”, dato da Gianna Scoino alle opere tridimensionali che raffigurano il suo busto con ampie gonne scritte a mano, ha un significato evocativo. Con questa definizione l’artista vuole rendere omaggio alla parte femminile di tutte le guerre, il soggetto più debole, la vittima più oltraggiata, In quanto sposa e madre, portatrice assoluta di un dolore che non ha fine e che, nell’assurdità di questa feroce scelta umana, non ha mai avuto e mai avrà un senso.
Il calco in garza, ottenuto da un calco in gesso del suo corpo steso a terra in posizione di abbandono, diventa una spoglia leggera, una bianca memoria del suo busto, un fragile contenitore a supporto di quelle sensazioni forti che i pensieri scritti in maniera istintuale, quasi automatica dalla sua mano per metri e metri sul tessuto leggero, segnano in maniera indelebile.
Questa spoglia rimasta a memoria del suo corpo diventa reliquia, diventa omaggio concreto alle donne di tutte le guerre, al loro sacrificio non richiesto ma subito.
Gli scritti sulla gonna, quella gonna ampia e vaporosa che ricorda le gonne degli abiti da sposa, sono riflessioni intime e profonde sul tema della guerra, sul dolore e la violenza che non ha fine, sul non senso di un gesto di offesa e di sopraffazione antico come l’uomo e, lo scritto, realizzato con inchiostro da stampa, nero e denso, macchia il candido tessuto leggero e lo imprime di memoria indelebile a testimonianza del gesto e del pensiero dell’artista partecipe di un dramma che puntualmente si ripete.
Periodicamente Gianna Scoino, realizza la sua sposa di guerra, puntualmente attuale, gesto leggero e sentito dedicato alle donne, pensiero amoroso e rituale, come quello del fedele che offre reliquie e accende ceri come preghiere in un luogo di culto.
Da donna artista a donne di tutto il mondo vittime dell’orrore.